Trekking e scialpinismo sul Gran Caucaso.
Il Gran Caucaso è il più imponente sistema montuoso della Catena del Caucaso. Si erge al confine tra Europa ed Asia, in una regione ricca di foreste e pascoli. Le sue montagne hanno un aspetto molto simile a quello delle cime alpine, ma per dimensioni, quote e ghiacciai richiamano il paesaggio himalayano.
Nella sua parte centrale, il Gran Caucaso forma un altissimo bastione dove i dislivelli non scendono mai sotto i 4.000 mt: è qui che si trovano le maestose vette del monte Elbrus (5642 mt) e del Monte Kazbek (5047 mt), destinazioni ideali per praticare trekking peak favolosi e dedicarsi allo scialpinismo.
Se avete deciso che tra le vostre esperienze alpinistiche non possono mancare le ascensioni a queste imperdibili montagne, vi invitiamo a leggere con attenzione le informazioni ed i consigli che diamo sulla “Vita da trekking” così da mettere in valigia tutto ciò che vi occorre per affrontare al meglio questa avventura.
Il Monte Elbrus.
Geologicamente, l’Elbrus è un antico vulcano spento: presenta due picchi gemelli, quasi uguali per altezza (la cima orientale è alta 5.621 mt e quella occidentale 5.642 mt), da cui si dice che il monte abbia preso il nome (Elbrus significherebbe infatti “picchi gemelli”).
L’Elbrus detiene una serie di primati: è la vetta più alta della Catena del Caucaso, della Russia, nonché dell’intera Europa. La cima è ricoperta dal ghiaccio per tutto l’anno ed innumerevoli sono i ghiacciai che scendono dai suoi pendii (se ne contano circa 60) che ben si prestano ad uno scialpinismo classico con dislivelli di tipo “alpino” dai 1000 ai 1500 metri circa (ma, volendo, anche oltre!).
Prima di raggiunge la vetta, il nostro trekking peak propone una serie di tappe intermedie: la salita sul Cheget Karabashi (3400 mt) da dove l’Elbrus si può ammirare in tutta la sua imponenza, due sezioni di cabinovia ed una di seggiovia per arrivare alla stazione di Garabashi a 3750 mt, seguita da un trekking fino al Rifugio Diesel (4100 mt) che funge da campo base. Da qui, la salita alla cima più alta della montagna (la cima ovest) da cui si può contemplare un panorama a perdita d’occhio sull’intera catena montuosa del Caucaso e tutte le sue maestose cime.
Il Monte Katzbek.
Geologicamente, il Katzbek è uno stratovulcano ora inattivo: fa parte della catena montuosa minore dei Monti Khokh, che si staccano dalla catena principale del Caucaso sul suo versante settentrionale.
Prima di cimentarsi nella grande impresa di raggiungerne la vetta (5047 mt), il nostro trekking peak – che ha come base di partenza Tbilisi (in Georgia) – prevede una serie di soste intermedie per l’acclimatamento e la preparazione con ascesa a cime minori (come il monte Dedaena – 3480 mt): il lungo trekking di avvicinamento parte dal villaggio di Gergeti e, come prima tappa, prevede il rifugio Betlemi (3700 mt).
Si sale attraversando alpeggi e godendo di una meravigliosa vista sulla Trinity Church di Gergeti, una chiesa ortodossa che sorge in posizione isolata sulla cima di una ripida montagna a 2.170 mt di altitudine, circondata dalla vastità del paesaggio naturale. Dopo aver attraversato il Sabertse Pass a quota 3150 mt, si scende verso il luogo dove viene fatto campo (2950 mt): si prosegue poi lungo la morena del ghiacciaio Gergeti fino a raggiungere il rifugio Betlemi. In caso di meteo favorevole, è prevista anche l’ascensione del Peak Ortsveri (4364 mt).
Infine il Kazbek, con attraversamento del Maili Plateau (4500 mt) e salita lungo il versante sud per evitare pericolosi crepacci: dal Plateau si sale a quota 4900 mt e si percorre la cresta fino a raggiungere la cima. Da qui, la vista sulle montagne caucasiche e sul Monte Elbrus è davvero strepitosa.
La transiberiana e le sue meraviglie.
Più di 9000 km di linea ferroviaria che congiungono Mosca a Vladivostock attraversando città meravigliose e paesaggi incantevoli.
Partendo da Mosca, i centri urbani più importanti che si incontrano lungo la tratta di questo percorso (ricordiamo che esiste anche la linea che da Mosca raggiunge Pechino) sono Ekaterinburg, Krasnojarsk, Irkutsk, Listvyanka e, infine, Vladivostok. Ognuna di queste città ha un suo fascino particolare, spesso molto sovietico e piuttosto decadente: ma l’attrazione per eccellenza (che si trova non proprio lungo la tratta, ma poco distante) è rappresentata dall’occhio blu della Siberia, il meraviglioso ed immenso lago Bajkal.
Mosca.
Punto di partenza della transiberiana è Mosca, capitale della Russia. Città dall’anima fortemente cosmopolita, Mosca offre ai suoi visitatori una miriade di punti di interesse che vale davvero la pena visitare. Tanto per citare i più famosi ed imperdibili:
- il Cremlino, la cittadella fortificata posta nel centro geografico e storico della città, che include molti edifici importanti tra cui l’attuale residenza del Presidente della Federazione Russa;
- la Piazza Rossa, con il mausoleo di Lenin, il Museo Storico di Stato, il palazzo dei Magazzini Gum e la splendida Cattedrale di San Basilio, mirabile esempio di architettura russa del XVI secolo, con le sue tipiche cupole colorate a forma di bulbo;
- il Museo Puškin delle belle arti, con i numerosi capolavori degli Impressionisti;
- il Teatro Bol’šoj, celebre per i balletti, le opere e gli spettacoli teatrali;
- il Gorky Park dove in inverno vengono allestite piste per il pattinaggio su ghiaccio;
- l’antico villaggio Kolomenskoe situato nella zona sud-est di Mosca, famoso per le sue belle chiese ortodosse.
Krasnojarsk.
Krasnojarsk sorge sulle rive del fiume Enisej, a metà del suo corso: è il terzo più grande agglomerato urbano della Siberia, importante centro industriale e nodo di comunicazione ferroviario ed aereo. La città in sé è piuttosto anonima e non offre molte cose da vedere se non il romantico lungofiume: ma è comunque una tappa obbligata per la bellezza del suo parco naturale.
Lo Stolby Nature Reserve è un oceano di alberi a perdita d’occhio (si contano ben 150 specie di piante protette) dove spuntano qua e là formazioni rocciose dalle forme molto scenografiche: questi curiosi pilastri di roccia vulcanica (gli stolby appunto) sono presi letteralmente d’assalto dagli arrampicatori che, da oltre 150 anni, ne scalano le pareti.
Irkutsk.
Irkutsk, fondata nel 1661 dai cosacchi che qui commerciavano oro e pellicce, è conosciuta come la Parigi della Siberia: forse il paragone con la Ville Lumière è un po’ azzardato, ma siamo pur sempre in Siberia e una bella cittadina ingentilita dalle eleganti facciate di palazzi nobiliari fine ottocento fa sempre la sua figura.
Da vedere sono anche le case di legno dei quartieri più vecchi, abbellite da raffinate decorazioni ad intaglio in tipico stile siberiano a contorno delle finestre (si dice che quelle di Irkutsk siano le più belle e le meglio conservate). Irkutsk è poi caratterizzata da un’atmosfera vivace, soprattutto sul lungofiume in estate (la città sorge lungo il fiume Angara, 45 km dopo la sua uscita dal lago Bajkal).
Lystvyanka.
Lystvyanka è il primo paese che si incontra nel tragitto verso il lago Bajkal: sorge presso la riva destra dell’Angara e lungo il lago stesso.
È una deliziosa cittadina dove è possibile ammirare le caratteristiche casette siberiane in legno dalle tipiche finestre dagli intarsi coloratissimi: Lystvyanka offre collegamenti su acqua del tutto speciali (gli overcraft sono la soluzione prediletta da molti turisti per le escursioni sul lago), succulenti banchetti a base di Omul (gustoso salmone affumicato) e colline con osservatorio panoramico da cui è possibile contemplare per intero l’occhio blu della Siberia.
Il Lago Baikal.
Ed ecco la perla del nostro viaggio: lo splendido lago Bajkal, una delle sette meraviglie della Russia. È uno dei più grandi laghi al mondo con una superficie che si estende per 31.722 km², uno dei più vecchi con un’età geologica di circa 25 milioni di anni ed uno dei più profondi (1642 metri nel punto più basso).
È circondato da piccole catene montuose che si allungano tutt’intorno alle sue coste e dalle quali scendono venti così gelidi da ghiacciare all’istante onde alte anche 5 metri. Il lago è costellato da ben 27 isolette. Le più conosciute sono:
- l’isola di Ushkan popolata dalle foche Nerpa (specie endemica del lago), famosa perché solo qui si può degustare il prelibato caviale del salmone Omul;
- l’isola alluvionale di Yarki con le sue benefiche acque termali;
- l’isola di Olkhon sede della sorprendente necropoli di una tribù siberiana e della suggestiva Roccia dello Sciamano.
D’inverno, il lago è interessato da un esteso congelamento delle acque superficiali; il ghiaccio tende a formarsi piuttosto tardi (dicembre) e a fondere completamente solo verso maggio. È frequentemente battuto da un forte vento chiamato “sarma” dalle popolazioni locali, che può toccare anche i 150 km/h.
Il lago Bajkal è popolato da innumerevoli specie animali e vegetali, alcune delle quali non si trovano altro che qui come la già citata foca del Bajkal (Pusa Sibirica). Nei pressi del lago esiste anche una riserva naturale nella quale vivono gli zibellini, specie a rischio di estinzione che oggi viene protetta ed il cui allevamento è monopolio esclusivo dello stato russo.
Vladivostok.
Anche Vladivostok, capolinea della ferrovia transiberiana, ha un suo fascino decadente che merita una visita. Lontana migliaia di chilometri dalla Russia “conosciuta” e vicina al confine con la Cina e la Corea del Nord, l’architettura di Vladivostok è caratterizzata da grandi complessi immobiliari sovietici, così desolati e tetri da conferire un appeal tutto particolare alla città, soprattutto nei giorni di nebbia (peraltro abbastanza frequenti).
Nella Piazza Centrale, un imponente monumento rende onore ai soldati russi che combatterono contro l’esercito giapponese all’inizio del XX secolo; nelle vicinanze, il museo Arsenyev Primorye espone manufatti tradizionali.
Di fronte alla baia di Zolotoj Rog si trova la banchina di Korabelnaya, un popolare passeggio sul lungomare con numerosi luoghi di interesse. Il lungo ponte strallato che abbraccia lo stretto del Bosforo orientale porta all’isola di Russkij, al largo della città. Sul pendio di una collina svetta la fortezza di Vladivostok con esposizioni di artiglieria e veicoli militari: per avere un panorama sull’intera città, si può prendere la funicolare che si arrampica per la ripida Collina del Nido d’Aquila. Meta preferita dai bagnanti è il porto di Sportivnaya, sul golfo dell’Amur.